Internet e il digitale stanno profondamente cambiando il contesto competitivo del commercio al dettaglio offrendo ai negozianti finora abituati alla sola presenza “fisica” molte opportunità di crescita, purché sappiano abbracciare con flessibilità e capacità di adattamento il nuovo.

Così anche un concorrente come Amazon, con gli strumenti giusti, può far meno paura: il segreto è un mix tra presenza online e offline, o  meglio, la capacità di sfruttare i molteplici canali di contatto che oggi le aziende hanno con i loro clienti, "coccolandoli" in ogni fase dell'acquisto.

Il negozio fisico è ancora importante e lo resterà, ma ci sono fenomeni come il Mobile e la diffusione dei social network che non possono più essere ignorati, l'Italia non macina forse gli stessi numeri delle altre economie avanzate (l'e-commerce rappresenta solo il 2-3% delle vendite complessive), ma la penetrazione mobile e l'uso dei social sono altissimi.

Il consumatore è diventato quasi un professionista, ovvero un prosumer: vuole partecipare in prima persona alla selezione del prodotto e all'acquisto, i dati a disposizione del consumatore per confrontare caratteristiche e prezzi si moltiplicano, ma così anche i dati sul consumatore a disposizione delle aziende. E questo è un vantaggio su cui far leva, perché conoscere a fondo il consumatore vuol dire potergli proporre offerte personalizzate, ritagliate sui suoi gusti e interessi.

Per circa il 70% dei consumatori e degli imprenditori sentiti da Confcommercio in un'indagine condotta con Format Ricerche, i negozi tradizionali tra dieci anni avranno ancora un ruolo importante, ma dovranno emozionare e coinvolgere il cliente, come sottolineato anche da Fabrizio Valente, partner fondatore di Kiki Lab. Il sondaggio conferma anche quanto sia strategico puntare sul mix di esperienza online e offline portando alla luce due nuovi trend, il ROPO (Search online, Purchase offline) o, all'opposto, il TOPO (Try offline, Purchase online). I due mondi non sono più separati.

A.A. – Letto su ITC4 EXECUTIVE